Alla memoria di mia madre

Di Alessandro Palma

Un bacio, un tonfo, una corsa all’impazzata: la sua vita sarebbe stata per sempre segnata da questa sequenza di immagini.

Eppure il piccolo Alessandro, detto Sandro, avrebbe potuto spezzare quella sequenza: un suo pianto, un suo benedetto abbraccio avrebbero forse distolto Damiana da quello che stava per fare.

Sandro, il figlio più piccolo di cinque anni, aveva intuito le intenzioni della madre, perché il bacio di Damiana sul balcone di casa non era il solito, amorevole, bacio materno: aveva un sapore amaro e lo stesso Sandro, qualche anno più tardi, non avrebbe esitato a paragonarlo al bacio di Giuda.

Fatto sta che Sandro, quel mancato pianto, quel mancato abbraccio a Damiana, non lo ha mai perdonato, né a se stesso né a Damiana.

Un bimbo di cinque anni queste cose non può capirle: figurarsi se può intuirle!” – gli era stato detto, con intento consolatorio, da qualche benpensante in famiglia.

Perché tormentarsi? Niente e nessuno può opporsi al destino!” – aveva sentenziato la zia paterna, che qualche tempo dopo avrebbe raccolto gli sfoghi dei tre figli di Damiana. La stessa zia provò, in più occasioni, a rassicurare il piccolo Alessandro sul fatto che, da grande, quel maledetto destino lo avrebbe compreso e, persino, giustificato.

Povero angioletto! Risparmiate il piccolo: non fategli vedere la salma!” – si era sentito esclamare a gran voce quando il piccolo Alessandro, nel giorno del funerale, venne riportato a casa dopo due giorni di permanenza forzata dalla zia materna, che abitava nello stesso paese.

Peccato che, prima dell’epilogo, il piccolo Alessandro, detto Sandro, non era stato risparmiato dalla pena di vedere la madre disperarsi per le incomprensioni con il riverito marito, piangere per le discussioni con l’amata sorella, tremare come una foglia quando qualcosa andava storto durante la giornata, al pensiero di doverne rendere conto alla sera. 

Pene, queste, che il piccolo Alessandro non aveva avuto il coraggio di raccontare al commissario di polizia, al cui cospetto era stato portato qualche giorno dopo la morte della madre: tale e tanto era il timore del piccolo Alessandro di perdere altre persone amate e questo, davvero, non avrebbe potuto permetterselo.

Oramai Sandro non aveva dato a Damiana quell’ultimo, maledetto abbraccio e poteva solo sperare, un giorno, di perdonare se stesso e Damiana per quanto accaduto!